La stagione autunnale [solitamente] porta con sé un calo delle temperature e un lecito cambiamento di abitudini: la biancheria del letto cambia, l’armadio si popola di indumenti a maniche lunghe…è il momento di accendere i dispositivi di riscaldamento. Facciamo qualche considerazione sulla scelta e l’utilizzo delle stufe.
Stufe a legna e stufe a pellet
La principale distinzione che si fa è tra stufe a legna e stufe a pellet. Le prime, si basano su di un combustibile, la legna appunto, che per secoli ha dominato nelle case rendendo la stufa stessa -assieme ai camini- il centro della vita domestica poiché il loro calore veniva sfruttato anche per cucinare. Negli ultimi anni questo storico e suggestivo focolare domestico ha visto l’incalzare della concorrenza delle stufe a pellet. Quella tra stufe a legna e stufe a pellet è una scelta che dipende dagli stili di vita, ma anche da aspetti economici e caratteristiche “strutturali”.
Materia prima, resa ed estetica
Innanzitutto, la materia prima utilizzata ha un costo differente: anche quando viene acquistata già spaccata ed essiccata, la legna costa meno del pellet è il suo prezzo è rimasto stabile nel tempo. Chi ricorre alla stufa a legno o caminetto dovrebbe disporre di una legnaia; il pellet è più facilmente reperibile e immagazzinabile in quanto venduto in comodi sacchi da 15 chili. L’inserimento della materia prima avviene secondo due diverse procedure: con la legna va fatto un caricamento manuale, il che significa che per godere del calore emanato nel momento desiderato bisogna essere fisicamente presenti per approvvigionare la stufa; all’interno dei prodotti a pellet c’è una sorta di spirale (coclea) che preleva i granuli dal serbatoio e li fa cadere nel braciere, un meccanismo che funziona elettronicamente e può essere programmato in modo che la stufa si accenda in automatico secondo i propri orari (anche tramite programmazione a mezzo smartphone). Con la stufa a pellet è inoltre possibile regolare la combustione per ottenere la temperatura voluta nella stanza o nei vari ambienti in cui l’aria viene trasportata; nel caso di stufa a legna non è invece possibile determinare in modo preciso la temperatura da raggiungere nell’ambiente, per fare più o meno caldo si aumenta semplicemente la quantità di legna. Di fronte a queste considerazioni ne consegue un’altra, molto basilare: la stufa a legna funziona anche quando manca la corrente elettrica, quella a pellet no.
Altre differenze si presentano in termini di efficacia nella fase di combustione: la combustione della legna è meno pulita di quella del pellet, perché rilascia una quantità maggiore di particelle incombuste (per questo motivo i prodotti a legna difficilmente rientrano nelle agevolazioni con i parametri più restrittivi). Inoltre, la stessa quantità di prodotto vede un maggior potere calorifero associato al pellet.
Da un punto di vista strutturale, la canna fumaria necessaria per smaltire i fumi di legna è più grande di quella obbligatoria per i prodotti a pellet (10 cm contro gli 8 cm del pellet) e, per garantire il perfetto tiraggio, ha più limitazioni quanto a curve e andamenti. Questo può rendere l’installazione della stufa a legna limitata a un unico punto o pochi punti della casa.
Infine, da un punto di vista meramente estetico, il fuoco di legna ha una fiamma brillante e morbida mentre nel caso di pellet la fiamma risulta meno naturale poiché nel braciere viene soffiata dell’aria utile alla regolazione della combustione.